Comitato Archivio Artistico Documentario Gierut
Psichiatria
Attaccati ad un filo d’un sorriso,
detriti d’ossa vestiti,
piegati nel pianto di sera,
urliamo alla luna un petto
reciso, interrogato.
Al mattino, stracchi di noi,
sbieche parole, carponi
impalliditi, sbandati,
cogliamo lividi angoli,
ruvide tappezzerie.
Stanco respiro,
ventre mancato, mendicato.
Nulla taciuto.
Buio deciso.
Acceso, sorvegliato, nel bianco
carnevale.
Maschere
scivolate magre, muri gridati,
angeli vicini, ilari, offuscati.
Telefoni sparlati,
muti sventrati.
Menti, umane,
fantasmi antichi
fioriti, cuori truccati,
taciuti in vena truccati.
Pillole colorate,
bocche urlate, infanzie
addormentate, nell’inconscio
parlate, tormentate,
teatrini sognati.
Sorpresi Natali,
spari presenti, cuccioli a terra,
guaiti, negl’occhi spenti.
Abbracci lontani, colpiti,
germogli dimenticati.
Grembi spezzati.
Ninne nanne uccise,
lettini freddi,
torturati, trasalito presente passato,
figlio smarrito, gridato rinchiuso
rapito nel sudore,
sole sfuggito.
Ramingo nell’ombra d’un neon deciso.
Ticchettare, piatto riempito,
visitato finito.
Malato psichico.
Umano.
M’avvicino due occhi, il sorriso, un cuore.
Dentro, battito respiro.
Cammino, dolori, silenzi, amori.
Cammino ancora, dipinta, una vita.
La Vita.